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  • Lingua Insegnamento:
    ITALIANO 
  • Testi di riferimento:
    S. Bentivegna, G. Boccia Artieri, Le teorie delle comunicazioni di massa e la sfida digitale, Laterza, Bari 2019.

    L. Mazzoli, Il patchwork mediale. Comunicazione e informazione fra media tradizionali e media digitali, FrancoAngeli, Milano 2017.

    Lee McIntyre, Post-verità, Utet, Torino, 2019. 
  • Obiettivi formativi:
    In prima istanza, il corso si prefigge l’acquisizione delle conoscenze necessarie allo sviluppo di una consapevolezza critica sull’uso e l’impatto dei media e dei dispositivi digitali, che necessitano di una adeguata literacy funzionale. L’obiettivo è sviluppare quelle capacità di apprendimento necessarie per intraprendere studi successivi con un alto grado di autonomia nel campo della sociologia dei media e dei processi culturali alla luce della digitalizzazione e della globalizzazione, agevolata dall’ascesa della società dei consumi, anche mediali. La prospettiva è evidenziare la centralità dei media nell’esperienza umana secondo una sensibilità storica e sociologica, tale da poter ridiscutere alcune delle categorie attraverso cui leggiamo la realtà: sicurezza, incertezza, ipertrofia mediale, rischio, tecnologia, retorica, rappresentazione, consumo, fiducia, memoria.
    La sociologia della comunicazione, indagata secondo le prospettive euristiche della communication research, si lega allo studio delle dinamiche mediali complesse, in un momento storico in cui l’emergenza pandemica prima, e quella bellica poi, impongono agli operatori dell’informazione una responsabilità deontologica e documentaria stringente, legata alla gestione della percezione dell’insicurezza e dell’incertezza. Di qui la necessità di trasmettere le opportune conoscenze mediologiche e culturali agli studenti, chiamati a vagliare l’imponente messe di informazioni e contenuti che popolano la mediasfera digitale. 
  • Prerequisiti:
    Una buona conoscenza della sociologia generale e della storia del pensiero sociologico del Novecento, da Walter Lippmann a Umberto Eco. 
  • Metodi didattici:
    Le lezioni frontali si svolgono con l’ausilio dei materiali didattici inseriti in programma e con il supporto di documenti d’approfondimento (soprattutto multimediali). 
  • Modalità di verifica dell'apprendimento:
    L'esame si articola in una prova scritta di 90 minuti (domande aperte, volte a verificare la conoscenza della parte teorica degli argomenti trattati a lezione). 
  • Sostenibilità:
    Il corso non affronta problematiche legate al tema della sostenibilità. 
  • Altre Informazioni:
    Per informazioni: andrea.lombardinilo@unich.it 

Titolo del corso:

Il patchwork mediale: informazione e comunicazione

Il corso propone una ricognizione critica sul ruolo dei media mainstream e digitali nel contesto più ampio della sociologia dei processi culturali, sulla scorta delle principali teorie mediologiche del Novecento e delle più recenti prospettive di ricerca nel campo della communication research. In primo piano, le derive individualistiche della post-modernità e la costruzione dei simulacri simbolici della società di massa e connessa. Sullo sfondo si stagliano gli effetti della globalizzazione informativa, caratterizzata dalla fine delle grandi narrazioni e dal racconto multimodale del quotidiano, con particolare riferimento alla convergenza tra nuovi e vecchi device, che la metafora del patchwork mediale proposta da Lella Mazzoli descrive in maniera efficace. Di qui la necessità di indagare le modalità di consumo delle notizie e le tecniche di condivisione dei contenuti, nell’era della circolarità informativa e della connessione permanente.

Nella prima parte, il corso si incentra sull’apporto fornito da alcuni autori classici allo sviluppo della sociologia dei media, con particolare riguardo alla capacità del mainstream di indebolire o potenziare la percezione della sicurezza, senza trascurare le teorie mediologiche più recenti. Lo studio si inserisce nella cornice epistemologica più ampia dell’agire comunicativo, teso ad esplorare le modalità interazionali della realtà quotidiana proposte dai media, nell’ottica della costruzione di una cultura dell’intesa su cui dovrebbero basarsi le strategie comunicative della società complessa. Sullo sfondo si staglia il processo di individualizzazione caratterizzante la modernità digitale, che ha generato la progressiva perdita di attrattiva degli universi simbolici tradizionali, anche sulla scorta della sovrapposizione tra realtà nazionali e istituzioni comunitarie, con tutto quel che ne consegue sul piano della gestione della sicurezza/insicurezza pubblica.
La seconda parte del corso propone un’analisi dell’ecosfera comunicativa attraverso l’epistemologia del patchwork mediale proposta da Lella Mazzoli, il cui testo (2017) ripercorre alcune tematiche chiave degli studi sulla comunicazione e sui media, che ancora oggi possono darci suggestioni sul tempo presente. L’intento è fornire alcune risposte pur provvisorie e ri-formulare nuovi quesiti di ricerca a partire da una survey dell’Osservatorio News-Italia sul consumo di informazione degli italiani, capaci di muoversi tra vecchi e nuovi media, con abilità e bisogni differenziati. E questo sullo sfondo di una consapevolezza: che il rapporto tra comunicazione mainstream e non mainstream, che attraversa i media, sia tuttora una prospettiva di osservazione di grande interesse.

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