Titolo del corso:
La sociologia della comunicazione, tra memoria e innovazione
Il corso propone una ricognizione critica sul ruolo dei media mainstream nel contesto più ampio della sociologia dei processi culturali, sulla scorta delle principali teorie mediologiche del Novecento e delle più recenti prospettive di ricerca nel campo della communication research: in primo piano, le derive individualistiche della post-modernità e la costruzione dei simulacri simbolici della società di massa e della vita comunitaria. Sullo sfondo si stagliano gli effetti della globalizzazione, caratterizzata dalla fine delle grandi narrazioni. In tal senso, il corso si propone di approfondire il rapporto tra percezione della sicurezza e narrazione mediale al tempo della società connessa e degli Stati sovranazionali, in un momento storico caratterizzato dalla spirale tecnologica imposta dall’Unione europea e dagli effetti comunicativi della pandemia, nel segno della dialettica tra supporti tradizionali e piattaforme digitali.
Nella prima parte il corso si incentra sull’apporto fornito da alcuni autori classici allo sviluppo della sociologia dei media, con particolare riguardo alla capacità del mainstream di indebolire o potenziare la percezione della sicurezza. Il suo studio si inserisce nella cornice epistemologica più ampia dell’agire comunicativo, teso ad esplorare le modalità interazionali della realtà quotidiana proposte dai media, nell’ottica della costruzione di una cultura dell’intesa su cui dovrebbero basarsi le strategie comunicative della società complessa. Sullo sfondo si staglia il processo di individualizzazione caratterizzante la modernità digitale, che ha generato la progressiva perdita di attrattiva degli universi simbolici tradizionali, anche sulla scorta della sovrapposizione tra realtà nazionali e istituzioni comunitarie, con tutto quel che ne consegue sul piano della gestione della sicurezza/insicurezza pubblica.
La seconda parte del corso si focalizza sull’avvento dei nuovi dispositivi digitali per la lettura. La diffusione dell’ebook pone una serie non trascurabile di riflessioni sul cambiamento della lettura al tempo dei social network e delle interazioni in absentia, in un momento storico in cui l’agire narrativo assume modalità e varianti sempre più innovative e, a tratti, indecifrabili, e non solo a causa dell’emergenza pandemica. Il libro inteso come contenitore, arsenale di parole e volano di diffusione di forme di sapere specializzato si impone come simulacro di realtà passate e future, calibrate in spazi di condivisione che la società connessa non può rimuovere né trascurare. Con - ferma ne è il fatto che il libro non cede il passo dinanzi all’ebook, la cui diffusione – almeno in Italia – è ancora molto limitata, seppur in ascesa. I dati elaborati dall’Istituto nazionale di statistica (Istat), dal Centro per il libro e la lettura (Cepell) e dall’Associazione italiana editori (Aie) attestano un trend per molti aspetti sorprendente, caratterizzato dalla crescente interazione tra carta e digitale. Che il cartaceo sia ancora il supporto preferito dai lettori consente di analizzare il fenomeno della lettura su un piano interpretativo che contemperi ricerca empirica e qualitativa, sullo sfondo delle innovazioni funzionali imposte dai lockdown e dal confinamento domestico.
SEDE DI CHIETI
Via dei Vestini,31
Centralino 0871.3551
SEDE DI PESCARA
Viale Pindaro,42
Centralino 085.45371
email: info@unich.it
PEC: ateneo@pec.unich.it
Partita IVA 01335970693