Titolo del corso:
Informazione, realtà e sicurezza: il delitto perfetto dei media
Il corso propone una ricognizione critica sul ruolo dei media mainstream nel contesto più ampio della sociologia dei processi culturali, da svolgere mediante l’analisi della sociologia dei consumi sviluppata da Baudrillard, con particolare riferimento alle derive individualistiche della post-modernità e alla costruzione dei simulacri simbolici della società di massa. Sullo sfondo si stagliano gli effetti della globalizzazione, caratterizzata dalla fine delle grandi narrazioni. In tal senso, il corso si propone di approfondire il rapporto tra percezione della sicurezza e narrazione mediale al tempo della società connessa.
Nella prima parte il corso si incentra sull’apporto fornito da alcuni autori classici allo sviluppo della sociologia dei media attraverso le lezione sociologica di Silverstone, con particolare riguardo alla capacità dei media mainstream di indebolire o potenziare la percezione della sicurezza. Il suo studio sarà inserito nella cornice epistemologica più ampia della sociologia dei consumi declinata secondo la dialettica tra simulacro e realtà al tempo del sistema degli oggetti codificati. Sullo sfondo si staglia il processo di individualizzazione caratterizzante la modernità digitale, che ha generato la progressiva perdita di attrattiva degli universi simbolici tradizionali. Di qui il disincanto inteso come perdita delle sicurezze tradizionali e la dimensione della reintegrazione, concepita come la costruzione di un nuovo tipo di legame sociale. Tale processo di affrancamento prelude al disincanto e alla reintegrazione: ne deriva la rimozione della “cosa in sé” dal “fenomeno”, cioè dall’apparenza. Per Baudrillard le cose scompaiono sostituite dalle loro simulazioni. È questo il “delitto perfetto” compiuto dalla televisione e, più in generale, dai media mainstream: a differenza che in 1984 di Orwell, il Grande Fratello è l’immagine, mentre tutto è immateriale, scorporato, scambiabile. E se tutto è informazione, niente informa più davvero. Il sistema degli oggetti veicolato dai media diviene così la cornice epistemologica dell’uomo mediale, sottoposto alle oscillazioni emotive e psicologiche delle narrazioni mediali. Ne deriva la risemantizzazione del concetto stesso di sicurezza e insicurezza, legati a doppio filo alle modalità di amplificazione o ridimensionamento informativo. Baudrillard riferisce il processo di rappresentazione della realtà alla capacità dei media di legare l’esperienza quotidiana al consumo di oggetti condivisi, espressione del bisogno di certezze della società di massa. In questo senso, il delitto perfetto della televisione consiste nella sostituzione della realtà con simulacri simbolici alternativi, legati all’illusione della sicurezza e alla rimozione del rischio sociale.
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