• Edizioni di altri A.A.:
  • 2021/2022
  • 2022/2023
  • 2023/2024
  • 2024/2025

  • Lingua Insegnamento:
    ITALIANO 
  • Testi di riferimento:
    A. Lovari, G. Ducci, Comunicazione pubblica. Istituzioni, pratiche, piattaforme, Mondadori, Milano 2022.

    L. Mazzoli, E. Menduni, Sembrava solo un’influenza. Scenari e conseguenze di un disastro annunciato, FrancoAngeli, Milano 2020.

    Si raccomanda la lettura DI ALMENO UN TESTO, tra quelli di seguito indicati:

    Zygmunt Bauman:
    - Retrotopia;
    - Modernità liquida;
    - La società individualizzata;
    - Modernità e olocausto.

    Ulrich Beck:
    - La società del rischio;
    - La metamorfosi del mondo;
    - Il Dio personale.

    Anthony Giddens:
    - Le conseguenze della modernità.

    Jeffrey C. Alexander:
    - Trauma. La rappresentazione sociale del dolore.

    Erving Goffman:
    - La vita quotidiana come rappresentazione;
    - L'interazione strategica.

    Edgar Morin:
    - Lo spirito del tempo;
    - La testa ben fatta.

    Guy Debord:
    - La società dello spettacolo.

    Chiara Giaccardi, Mauro Magatti:
    - Nella fine è l’inizio. In che mondo vivremo

    Walter Benjamin:
    - Angelus novus.

    Hartmut Rosa:
    - Accelerazione e alienazione.

    Jean Baudrillard:
    - La società dei consumi;
    - Lo scambio simbolico e la morte;
    - Il delitto perfetto.

    Peter Berger, Thomas Luckmann:
    - La realtà come costruzione sociale.

    Cristopher Lasch:
    - La cultura del narcisimo. 
  • Obiettivi formativi:
    In prima istanza, il corso si prefigge l’acquisizione delle conoscenze necessarie allo sviluppo di una consapevolezza critica sull’uso e sull’impatto dei media e dei dispositivi digitali, che necessitano di una adeguata literacy funzionale. L’obiettivo è sviluppare quelle capacità di apprendimento necessarie per intraprendere studi successivi e intraprendere percorsi professionali con un alto grado di autonomia nel campo della sociologia dei media e degli universi informativi e narrativi della società del rischio, caratterizzata dalla rappresentazione dell’infrazione e dell’insicurezza come forma di consumo mediale. A tal fine, si analizzerà il sistema dei media (mainstream e non) nel loro potenziale rappresentativo, estetico e narrativo, per poi soffermarsi sui cambiamenti comunicativi della società complessa, con particolare riferimento alle prerogative, alle best practice e ai limiti della comunicazione pubblica, in particolare quella istituzionale.
    Obiettivo specifico è analizzare le trasformazioni in atto nello spazio istituzionalizzato del rischio, colte dal punto di vista della narrazione mainstream e digitale. Sullo sfondo si staglia la narrazione del rischio come tratto caratterizzante di un mondo in rapido cambiamento, e che non risparmia spazi di socializzazione un tempo ritenuti sicuri. Lo spazio pubblico come possibile “frame dell’incertezza”, secondo dinamiche narrative che fanno dell’informazione una risorsa fondamentale sul piano della costruzione di orizzonti d’attesa, simbolici e psicologici. 
  • Prerequisiti:
    Una buona conoscenza della sociologia dei processi culturali, della sociologia generale e della storia del pensiero sociologico del Novecento. 
  • Metodi didattici:
    Le lezioni frontali si svolgono con l’ausilio dei materiali didattici inseriti in programma e con il supporto di documenti d’approfondimento (cartacei e multimediali). 
  • Modalità di verifica dell'apprendimento:
    Esame orale, valutato in trentesimi, volto a verificare la capacità di esporre con chiarezza e autonomia di giudizio gli argomenti trattati durante il corso. 
  • Sostenibilità:
    Il corso non affronta problematiche legate al tema della sostenibilità. 
  • Altre Informazioni:
    Per informazioni: andrea.lombardinilo@unich.it 

Titolo del corso:

Dopo la pandemia: sociologia e comunicazione pubblica
Il corso si focalizza sulle strategie di narrazione mediale della pandemia e sulle sue conseguenze comunicative, oltre che sanitarie e sociali, con particolare riferimento alla dialettica tra sicurezza e insicurezza, incertezza e certezza nello spazio fisico e digitale. Di qui lo studio della comunicazione pubblica e delle sue principali teorie e paradigmi normativi, con particolare riferimento alle tecniche informative di istituzioni ed enti pubblici, i cui uffici stampa sono spesso chiamati a fornire contenuti tempestivi e affidabili in termini di servizio pubblico. In questo senso, la percezione del rischio è strettamente legata all’azione svolta da giornalisti e opinion leaders, il cui sapere esperto viene percepito come sapere certo, come accaduto nel caso dei virologi, assurti a interpreti della drammatica emergenza pandemica.

Il racconto mediale della pandemia ha denotato la particolare valenza informativa delle situazioni di rischio, soprattutto quando esse impattano sulla vita e sulla libertà degli individui. Si tratta di un aspetto messo in evidenza anche dalla communication research, grazie all’introduzione di fortunati concetti del campo degli studi sui mezzi di comunicazione, come quello di logica dei media e patchwork mediale. Dalla tecnologia all’intrattenimento, passando per l’attualità e l’informazione, la logica e il potere dei media si trasformano in cultura della società, plasmata dal racconto (anche criminale) del rischio che scandisce la realtà quotidiana, non solo nel campo politico, sanitario e istituzionale.
Facendo ricorso al volume di Lovari e Ducci (2022), nella prima parte del corso si descriveranno la genesi, l'evoluzione e la trasformazione dei modelli e delle strutture applicative della comunicazione pubblica, approfondendo l'impatto delle tecnologie digitali nel rapporto tra istituzioni, media e cittadini. All’interno di quella che gli autori definiscono comunicazione pubblica istituzionale, teorie, modelli e pratiche tratteggiano una funzione e una disciplina che hanno acquisito una nuova centralità, anche a seguito della crisi pandemica e del crescente ruolo delle piattaforme digitali.
Nella seconda parte del corso si analizzerà il volume di Mazzoli e Menduni (2022) per comprendere come il primo disastro globale in epoca social abbia cambiato la comunicazione (media e internet), la leadership e il principio di autorità, il rispetto per le competenze e il sapere scientifico; i dilemmi della scienza e gli interrogativi etici sul diritto di vivere e di essere curati. Di qui il focus sulla professione giornalistica, raccontata dai protagonisti: professionisti dell’informazione, direttori, opinionisti ma anche conduttori di talk show, influencer e youtuber.

Avvisi

Nessun avviso in evidenza

Documenti

Nessun documento in evidenza

Scopri cosa vuol dire essere dell'Ud'A

SEDE DI CHIETI
Via dei Vestini,31
Centralino 0871.3551

SEDE DI PESCARA
Viale Pindaro,42
Centralino 085.45371

email: info@unich.it
PEC: ateneo@pec.unich.it
Partita IVA 01335970693

icona Facebook   icona Twitter

icona Youtube   icona Instagram