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  • Lingua Insegnamento:
    Italiano 
  • Testi di riferimento:
    R. Silverstone, Perché studiare i media, il Mulino, Bologna 1999.

    J. Habermas, Nella spirale tecnocratica. Un’arringa per la solidarietà europea, Laterza, Roma-Bari 2014.

    M. Morcellini, Antivirus. Una società senza sistemi immunitari alla sfida del Covid-19, Castelvecchi, Roma 2020. 
  • Obiettivi formativi:
    In prima istanza, il corso si prefigge l’obiettivo di documentare il percorso della sociologia dei media alla luce della digitalizzazione e della globalizzazione, agevolata dall’impatto della società dei consumi, anche mediali. La prospettiva è di evidenziare la centralità dei media nell’esperienza umana secondo una sensibilità storica e sociologica, tale da poter ridiscutere alcune delle categorie attraverso cui leggiamo la realtà: tecnologia, poesia, retorica, rappresentazione, consumo, fiducia, memoria, sicurezza. La lezione di Silverstone può innestarsi sulla teoria dell’agire comunicativo di Habermas e sulla sua “arringa” per la solidarietà europea, in un momento storico in cui l’Unione europea è sovente chiamata a fornire risposte non solo economiche, ma anche comunicative, ai paesi membri, nel segno di una dialettica ancora imperfetta tra centro e periferia. 
  • Prerequisiti:
    Nessuno 
  • Metodi didattici:
    Le lezioni frontali si svolgono con l’ausilio dei materiali didattici inseriti in programma e con il supporto di documenti d’approfondimento (cartacei e multimediali). 
  • Modalità di verifica dell'apprendimento:
    L'esame si articola in una prova scritta di 90 minuti (domande aperte, volte a verificare la conoscenza della parte teorica degli argomenti trattati a lezione) 
  • Sostenibilità:
     
  • Altre Informazioni:
    Per informazioni: andrea.lombardinilo@unich.it 

Titolo del corso:

Nella spirale tecnocratica: comunicazione e sicurezza europea.

Il corso propone una ricognizione critica sul ruolo dei media mainstream nel contesto più ampio della sociologia dei processi culturali, sulla scorta dell’analisi dell’agire comunicativo sviluppata anche in anni recenti da Jürgen Habermas: in primo piano, le derive individualistiche della post-modernità e la costruzione dei simulacri simbolici della società di massa e della vita comunitaria. Sullo sfondo si stagliano gli effetti della globalizzazione, caratterizzata dalla fine delle grandi narrazioni. In tal senso, il corso si propone di approfondire il rapporto tra percezione della sicurezza e narrazione mediale al tempo della società connessa e degli Stati sovranazionali, in un momento storico caratterizzato dalla “spirale tecnocratica” e burocratica imposta dall’Unione europea e dagli effetti comunicativi della pandemia.

Nella prima parte il corso si incentrerà sull’apporto fornito da alcuni autori classici allo sviluppo della sociologia dei media e, in particolare, da Roger Silverstone, con particolare riguardo alla capacità del mainstream di indebolire o potenziare la percezione della sicurezza. Il suo studio si inserisce nella cornice epistemologica più ampia dell’agire comunicativo, teso ad esplorare le modalità interazionali della realtà quotidiana proposte dai media, nell’ottica della costruzione di una cultura dell’intesa su cui dovrebbero basarsi le strategie comunicative dell’Unione europea. Sullo sfondo si staglia il processo di individualizzazione caratterizzante la modernità digitale, che ha generato la progressiva perdita di attrattiva degli universi simbolici tradizionali, anche sulla scorta della sovrapposizione tra realtà nazionali e istituzioni comunitarie, con tutto quel che ne consegue sul piano della gestione della sicurezza/insicurezza pubblica. Tale problematica è stata approfondita da Jürgen Habermas in alcuni volumi recenti, in particolare Nella spirale tecnocratica. Un’arringa per la solidarietà europea (2013), in cui si pongono in evidenza le problematiche legate alla gestione della democrazia, delle emergenze e delle crisi sociali, alle derive nazionalistiche e autoritarie, alle difficoltà economiche degli stati più deboli. L’arringa di Habermas per la solidarietà europea è un inno alla partecipazione comunitaria, da realizzarsi attraverso convergenze comunicative che si fondino su un’informazione accreditata e di qualità, nel rispetto degli equilibri in campo. Sullo sfondo si stagliano il tema della cittadinanza attiva e della libertà comunicativa, nonché la problematica della sicurezza sociale, in uno scenario geopolitico minato dagli effetti della pandemia e dall’azione mediale dei grandi gruppi di potere: “Oggi il destino politico dell’Europa dipende dall’intelligenza e dalla sensibilità normativa, dal coraggio, dalla ricchezza di idee e dalla capacità di guida dei partiti politici, prima ancora che dalla capacità di percezione e reazione dei mass media” (48).

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